sabato 11 febbraio 2012

CUPIO DISSOLVI

De che? de chi? mio?!?
In parte sì, lo ammetto... Una volta cominciata la visione non ho resistito a vedere fino a che punto  poteva arrivare l'abominio...
Ma cominciamo dall'inizio -come è corretto fare....-
Nella mia solitaria cena, accendo la TV (è l'unico momento in cui lo faccio, perché ho sempre detestato mangiare da sola e accetto ormai qualsiasi surrogato di compagnia ) e becco su rai3 un film già iniziato...
C'è la scena di un balletto e Penelope Cruz che finisce con le parole "ti amo Guido".
Non chiedetemi perché, fatelo semmai al mio inconscio (anch'io lo sto facendo), ma mi viene immediatamente da pensare all' 8 e mezzo di Fellini...per cui incuriosita resto a guardare....
E c'avevo preso! Incredibile, ma vero! Il film (vado a controllare e si intitola "Nine", che evidentemente sta per "nove" e non per "Nina", si propone d'essere versione alternativa(?!?), del capolavoro di Fellini!!!! (e qui devo scusarmi per la mia ignoranza, perché da anni non vado al cinema e ignoravo l'esistenza di questo film, il cui  tema ho dovuto pure dedurre per intuizione, visto che la voce 'informazioni' del TV non ne dava alcuna...)
Allora: irretita dal traslato dei balletti (unica parte salvabile del tutto: ma per farne "essenza" alternativa in omaggio a un grande film ci voleva un Bob Fosse! - che già amando molto e davvero Fellini  aveva tentato un transato del genere con "Le notti di Cabiria" ...e più in là non aveva osato spingersi....) ho continuato a guardare...
...una specie di fiction televisiva...povera, anzi poverissima, di tutto quello che fa un buon film, già al solo livello tecnico (uso della macchina da presa, montaggio, scenografia....) per non parlare (per carità, comparendovi anche nomi famosi...) della sceneggiatura e della recitazione (terribili!)
Per inciso quella che ho dato come l'unica parte salvabile del film, appariva del tutto slegata dal resto...apparendo a tratti improvvisamente a interrompere altre sequenze...proprio come fa la pubblicità....senza curarsi di lezioni cinematografiche in materia né di surrealismo... né di musical...
La 'trama', quella che appunto fu per Federico Fellini, non già "plot", ma materia immateriale in cui tessere scandi-menti del tempo tra memoria, immaginazione e suggestioni oniriche -rese sapientemente su pellicola, e questo ne faceva ARTE!-
depauperata di tutto questo, non risultava più che insulsa e banale storiella, di cinematografaro in crisi, fondamentalmente di nessun interesse.
Come pensare che basti mettere in cornice dei girasoli per avere Van Gogh.
Questo credo (soprattutto in campo artistico) sfugga ancora ai più: il rapporto tra il cosa e il come.
Perché mi chiedo, perché Tanto scempio??? Questo non è Duchamp che fa i baffi alla Gioconda!!!
Questa è al contrario un'opera didascalica, una traduzione in fumetti a scopo divulgativo....
Ad uso di chi??? domando.
Io avevo 13 anni quando vidi per la prima volta 8 e 1/2, e facevo quindi la terza media (non credo fossi perciò particolarmente colta e matura rispetto ai miei coetanei), e fu per me una folgorazione del saper fare del cinema un'arte!
Qual'è ,mi domando ancora -e vi domando- il target di un film come questo (dove a parer mio è oltraggiato il cinema inteso come arte)?
Mi veniva pure da pensare al povero Fellini che si rivoltasse nella tomba...
...Mentre mi immaginavo Rota -chissà perché- ridere a crepapelle....(forse avrebbero fatto bene -tra l'altro- a eliminare qualsiasi sottofondo musicale....

sabato 4 febbraio 2012

La pazienza: virtù in via d'estinzione

Titiksha: la pazienza nello yoga...


Come vi sentite
quando siete in coda alla cassa di un ipermercato?
Quale è il vostro stato interiore
quando il vostro PC sembra girare al minimo
e le  vostre pagine web si caricano con un passo deplorevole?
Arrivate ad essere impazienti?

Lo Yoga non si adatta all'impazienza. Titiksha (o Titiksa), la pazienza, è del resto una delle qualità richieste per la pratica. Nello Yoga, Titiksha, è avere l’umiltà di concederci il tempo che ci serve, quello necessario... La pratica dell’ascolto nelle asana è un lavoro a lungo termine. La maggior parte degli errori, sono un segno, sia di disattenzione, che d’impazienza....Si sopravvalutano le proprie capacità e ci si fa male, cosa che va contro lo yoga…la pratica è sempre perfettibile e l’apprendimentoprende il tempo di tutta una vita, anche se si pratica tutti i giorni.
Il corpo, fisico ed emozionale, ha la sua storia, le sue forze ed i suoi nodi; ha i suoi diritti ed i suoi bisogni. Ci parla e ci insegna ciò che siamo in grado di capire man mano che lo scopriamo. Ci accompagna e si lascia modellare, se lo rispettiamo…l’impaziente vuole risultati  o attende miracoli... e rapidamente!
Senza pazienza, si abbandona la pratica o si riversa nella ricerca esperienze psichiche, che non c’entrano nulla con lo yoga. La pratica profonda richiede lo sviluppo dell’attenzione, della concentrazione,del rilassamento e dell’ascolto al massimo grado. Gli antichi Maestri dello yoga conoscevano perfettamente il funzionamento del mentale dei loro allievi. E spesso, il loro primo insegnamento era di prendere in  contropiede l'impazienza dell'allievo. Il Maestro gli insegnava che se voleva progredire, gli occorreva fermarsi, porsi in ascolto, essere presenti, in quell’attimo senza ieri né domani solo così infine, l'allievo poteva iniziare ad ascoltare veramente…di conseguenza diveniva  presente a sé stesso prendendo coscienza del cammino che doveva percorrere….Ma più sovente la storia si ripete e la conosciamo tutti…apprendiamo, vediamo che facciamo alcuni progressi… poi…. vogliamo fare nuovamente ancora progressi…
Ma qual è il vero progresso?
Il Maestro di yoga, ha la saggezza di conoscere il vostro ritmo d’apprendimento ed i vostri limiti. È là per guidarvi. C'è in ciascuno di noi un luogo di saggezza col quale si può entrare in relazione e che ci può aiutare a progredire...con pazienza… Le asana sono cresciute attorno all’esperienza della posizione seduta di meditazione, ed in origine erano posture molto semplici. I primi Yogi cominciarono ad osservare che muovere il corpo in certi modi aveva degli effetti, soprattutto, quando si stimola il proprio corpo sulla base di un atteggiamento di grande sensibilità, perché passare ore in silenzio e in quiete, sviluppa grande sensibilità, il che ci dà la capacità di apprezzare il poco, ed è attorno a questa sensibilità che si è sviluppato lo yoga.
Quando non siete sicuri di cosa fare, tornate al vostro respiro:
inspirate ed espirate pienamente consapevoli, prendete rifugio nella presenza mentale.
La cosa migliore da fare nei momenti di difficoltà è tornare a se stessi e dimorare nella consapevolezza.


08:00 Scritto da: loresansav1 in A PROPOSITO DI YOGA | Link permanente |Commenti (0) | Segnala | Tag: titikshapazienza | OKNOtizie |  Facebookhttp://yogaemeditazione.myblog.it/archive/2008/03/28/titiksha-la-pazienza-nello-yogahttp://yogaemeditazione.myblog.it/archive/2008/03/28/titiksha-la-pazienza-nello-yoga